martedì 10 aprile 2012

Da dove si viene

Anche se l'ultimo post prima di questo si intitolava Blacking out, non è che la capra ha scioperato da allora ad adesso. 
O meglio: dite quello che vi pare, ma qui siamo ancora affranti per la perdita di Megavideo, e arcistufi di non vivere in un posto dove - civilmente, pacatamente - si possa pagare un onesto chessò 9 e 99 euri al mese per comprare da un Netflix un abbonamento flat che consenta in una sola volta, e con un sol colpo di Amex, di pagare i diritti a chi li ha, e di vedere sei puntate di fila di Fringe se, per esempio, la giornata è stata complicata.
Ma tant'è. 
La capra ha viaggiato: in tutto questo tempo in cui non ha scritto nemmeno un misero rigo per i suoi piccoli lettori, è stata in giro per il Nordeuropa, a Londra, a Roma, a Firenze, e ha pure santificato la Pasqua in val d'Orcia.
L'amato UCP sostiene che non gli dispiacerebbe qualche giorno a Parigi, dove anche io manco dai tempi del Francese e di un certo meeting tenutosi lì e sul quale non mi attarderei ora in pubblici ricordi.
Sostiene altresì l'UCP amatissimo che non gli dispiacerebbe dormire in Place des Vosges.
Come si sa, è una creatura di gusti semplici e, se esprime certe preferenze, è solo ed unicamente perchè odia la folla.
Il Paese è in sofferenza.
Libero (forse) da Silvio B., al momento silente, da qualche parte. Libero da certi pezzi di quel mondo lì, che anche se ormai sono vent'anni ancora ci stringe il cuore, ma non basta per dire il dolore del furto, della sottrazione, del malaffare, dell'inesistente rettitudine.
Tra pochi giorni saranno vent'anni anche che ci mancano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il che più o meno coincide con il dilagare di quanto sopra.
Noi della capra ci siamo passati in mezzo con la nostra micro-vita cercando di non dimenticare mai da dove veniamo, e che veniamo da lì.

Credits
A Londra dormite in Belgravia, e non perdetevi la Saatchi Gallery, il Victoria and Albert Museum che è uno scrigno di tesori senza fine, e i sandali di Emma Hope in Sloane Square.
A Parigi, dovendo dormire in Place des Vosges, aggiungerei come asset la vicinanza estrema delle piccole boutiques e dei localini del Marais.