giovedì 25 settembre 2008

SI.

Questa non ve la spiego, perchè è una faccenda strettamente privata.
Ma accade che questo sia il mio quadro, e accade che sia bellissimo.

lunedì 22 settembre 2008

Blòggati tanto così

Avete notato che facebook serve solo a farsi i c**** degli amici?
Avete notato che - di converso - si ha quel gran culo di essere inesorabilmente messi al corrente del fatto che Mario ha starnutito, e che Piera ha preso la tachipirina? E poi, solo per darvi un piccolo saggio da ieri a oggi: D. è andata a casa a cucinare (e S. dopo pochi minuti: brava); S. all'aeroporto - scatenando un coro di commenti: ma dai? a fare cosa? dove vai? quando torni?, e lui, un paio d'ore dopo: tranquilli, sono tornato; F. in palestra, l'Incantevole - pure lei - è un po' giù; C. recita a teatro, D. ha parlato col suo compare (compare??), e via esternando.
In preda a un temporaneo stato di incoscienza sono stata tentata di scrivere che io e la Manu ci siamo comprate gli occhiali da sole insieme l'altro giorno, ma mi sono subito ripresa eh. HO DETTO CHE NON L'HO FATTO, GIURO.

Poi ci sono i gruppi, creati per qualsiasi insulsaggine vi venga in mente: il mio preferito per ora resta il gruppo "Colin Firth will always be my Mr Darcy" (il che è un bell'esempio eh), ma sono iscritta, per dire, a Impresa 4.0, a London Art Galleries, ai fans del MOMA e di Jean Michel Basquiat, e anche a "Nessuno tocchi Marco Travaglio", per dire.

Io ogni volta vorrei scrivere: stikazzi, ma credo sia impolite e poco social networking, che nel mio caso non è nemmeno professionalmente bello, no no.

Piuttosto che metterci le foto mi taglio le mani, ve lo giuro ora e per sempre. Già ho la capra, che mi ha preso il cuore, in cui sciorino certi fatti miei (e il link al momento è infatti segretato come Fort Knox).


Perchè ci sto io, domanderanno i miei piccoli lettori, quelli hegeliani marci almeno.

Perchè lì sopra, io sono diventata amica di un certo libanese musicista e disegnatore geniale (48 ore di felicità), di un belga pittore di acrilici di talento, di una certa strepitosa artista austriaca che tra pochi giorni espone a Milano, e capra e violino hanno preso d'incanto a rullare.

domenica 21 settembre 2008

Ma certe volte...

...certe volte, i pubblicitari ce la fanno.

Cliente: BMW Italia

Agenzia: D'ALV BBDO

Copy: Marco Venturelli

Art: Anselmo Tumpic

Prodotto da Movie Magic (location: Spain)

Regia Anthony Atanasio - Valerie Martinez

venerdì 19 settembre 2008

Il corto

Ho insistito molto, per averlo.
Anzi, è stato il mio primo pensiero quando questa avventura è cominciata.
Io non volevo fare gli eventi, cioè non solo - ma di sicuro, volevo avere i corti.
Piccoli, poetici corti per fare innamorare quelli che a tutta prima avrebbero storto il naso, per vendere sogni, per ricordare, per vincere premi (mica stiamo a pettinar le bambole qui, eh, qui si fa il business).
Quindi ho chiamato P.
P. ha 21 anni, quindi in generale sarebbe piccolo, però ha un talento grande.
E' magro magro, un un bel sorriso elegante e ironico da figlio bennato, il suo talento lo rende svampito e nemmeno bamboccione.
E' stato con me, con noi, sempre, ha filmato il briefing e le modelle e Milano di fine estate e l'evento. Mi ha parlato ininterrottamente, finchè non l'ho minacciato di cose molto brutte se non stava zitto tre minuti, e l'ho spedito a cercare ancora un po' di immagini. Alla fine aveva 30 minuti di girato, ed eravamo tutti sfatti.
Ieri mi ha mandato il corto, che è lungo 8 minuti. Quando ho obiettato che forse 8 minuti erano tanti, P. ha detto: "oh, ma non è mica noioso", e non ho saputo resistere, gli ho detto mandamelo-così.
E' bellissimo.
E' mio, quella che nel video tiene il briefing coi fogli in mano sono proprio io, ed è una gran bella storia.

mercoledì 17 settembre 2008

Most of'em shock the hell outta me

Vespa. Torna il freddo, e lui torna in video.

Ieri sera passata la mezzanotte ha detto ai massimi rappresentanti sindacali del paese impegnati nella vicenda Alitalia, riuniti a Porta a porta: "Ohe, ragazzi, ma non scherziamo eh, l'Alitalia si salva, ci mancherebbe altro", gli ha indicato la scrivania di Berlusconi, sì, quella del contratto con gli italiani e ha aggiunto: "Lei, eh, Epifani, si siede? Firma? E lei Berti, che fa? Eh? Su su".

Stasera invece si accinge a parlare del delitto di Perugia. Simonetta Matone è già seduta, fra un po' sicuro che arriva Crepet, poi forse la Parietti, Miss Italia e Francesco Bruno, ovviamente, il criminologo ciccio con la barba.
Dopo la prima tornata di spot tirerà fuori il plastico della casa del delitto.
Manca niente eh.
Non posso proprio trattenermi da questo quote da autorevole fonte, il film Pretty Woman:

Edward Lewis: It's just that, uh, very few people surprise me.

Vivian: Yeah, well, you're lucky. Most of 'em shock the hell outta me.
Vorrei aprire una lista, delle cose che mi scioccano a morte, perchè grazie al cielo sono una quantità.


Non posso trattenermi/2
Vi linko un post dal blog di Blackcat perchè mi sciocca a morte pure quello. A parte l'ovvia riflessione sulle discriminazioni e sul dolore, a me sono venuti una lunga serie di pensieri malignerrimi sull'advertising e sugli eventi, che però vi risparmio.
Non posso trattenermi/3
So che questa mia fissa è molesta, ma volevo dirvi che Rumiz è al Polo Nord. Si sono aperti i ghiacci? Ezio Mauro ci ha impiegato 2 nanosecondi a spedirlo a prender del freddo.
Ma questo cristiano, stare a casa, delle volte?

domenica 14 settembre 2008

Un paio d'ali

Avete per caso viaggiato, di recente? Intendo dire, avete per caso perso un aereo, triangolato quindi girando la vecchia Europa per arrivare alla vostra destinazione finale? Lo so, sono un po' sadica, ma è proprio lì che voglio arrivare: avete preso Alitalia? Avete notato niente?
Beh, inutile dire che io sì, ho notato - quella che triangolava ero io, ovviamente (per via del network, per l'amena descrizione del quale vi rimando a un post precedente, Beato te che viaggi per lavoro). Vabbè, ve lo dico, ho perso l'aereo.
La mia amata E., unica risorsa se siete dispersi ovunque nel mondo e potete rivolgervi (per procurement del network) soltanto a una agenzia di veri pazzi -tranne lei, e che ormai ha salvato e riportato a casa me e il Crotalo da numerose parti del pianeta e in situazioni oltremodo speciose, ha, nell'ordine:
- consolato la mia crisi di nervi (con lacrime)
- proposto che andassi a Malpensa a prendere un'altro volo, e qui ho avuto un'altra crisi di nervi perchè ci avevo appena messo 1 ora per andare a Linate ed ero sfinita da settimane di lavoro a 1000 e faceva un caldo tremendo
- categoricamente escluso che io triangolassi via Roma, perchè Alitalia da ora in poi fa lo sciopero bianco e poi comunque non fa più volare gli aerei (si chiama grounding, che è tipo game over) e quindi a Roma sarei rimasta (per ore? giorni? per sempre?)
- trovato la soluzione. Ho triangolato via Parigi (ci credereste? a Parigi piove, minchia ma piove sempre)
Le macchinette per il checkin elettronico non funzionavano, e quando ne ho trovata una comunque non accettava il mio checkin, perciò ho fatto la fila da brava (quella della business, l'altra era apocalittica, e non è che sia il 3 di agosto eh) - da brava non tanto, vabbè.
Il primo volo era in cosharing Air France, ma la crew era italiana, e lì li ho guardati. Si sono raddrizzati di schiena, c'era uno steward che sono sicura un mese fa era alto dieci centimetri meno. Le shampiste solite di Alitalia, nemmeno l'ombra, non erano proprio le hostess di Singapore Airlines o di BA, ma insomma si potevano vedere. Sorridevano un po', e non avevano l'aria scocciata, e nemmeno un forte accento romanesco, non flirtavano con gli steward, non se la raccontavano nemmeno tra loro. Miracoli della minaccia di licenziamento.
Certo, quando un passeggero davanti a me, un tipo che poteva essere al Fayed padre, quello di Harrods (con l'ovvia considerazione che al Fayed padre non prenderebbe mai un volo Alitalia), ha chiesto la salviettina calda, la hostess lo ha apostrofato con un mirabile: "Io glie l'ho offerta prima, MA LEI DORMIVA", ricevendo uno sguardo imbarazzato (per lei) e che guardava nell'angolo in alto a destra.
Ora, uno sarebbe anche solidale, e anche un po' sindacale, se non avesse visto i voli di prima mattina da Linate o Malpensa perennemente in ritardo perchè le sciampiste devono arrivare da Roma e poi smistarsi, fare colazione, truccarsi, salire sugli aerei per dire con aria scocciata biscotti-o-salatini, e che il caffè non c'è "perchè non ce l'hanno imbarcato" (sic), se non avesse visto aerei scalcagnati anche sui voli intercontinentali dove BA e Lufthansa hanno ormai dei lettoni al posto delle poltroncine in cui ti rattrappisci per dieci ore di fila, e tariffe imbarazzanti (corporate LIN/FCO, concordata dal network, circa 600 euri, e ho detto seicento, in economy), se non avesse avuto a che fare con un call center di pazzi deliranti che se chiami 10 volte ti dicono 10 cose diverse sullo stesso soggetto, e se non avesse passato del tempo nelle loro biglietterie piene di imbucati che non sono in grado di fornire le regole tariffarie di un biglietto emesso da loro (provate a Cadorna, per credere). Se non avesse constatato che se cerchi un volo per Amsterdam, il sistema nel sito web di Alitalia ti propone 3 voli diretti in orari improbabili e 10 voli via Roma, cioè secondo loro da Milano vai a Roma e poi risali fino all'Olanda, il che forse funziona se ti sei preso un anno sabbatico, che non è il mio caso e nemmeno quello di un sacco di gente.
Ora, stanno a picchettare, ovviamente a Roma (starò diventando leghista?): riporta Repubblica che una hostess ha detto che se il suo stipendio viene decurtato a 1100 euro, piuttosto va a fare la commessa. Buona idea, c'è sempre la sciampista che pure è da prendere in considerazione, come lavoro. Dietro questa gente preme una schiera di giovani pseudoveline, che ci andranno sicuro, per 1000 euro, a far le hostess, visto che prima, per lo stesso stipendio, facevano le commesse precarie.
Io ne ho abbastanza di questa gente senza orgoglio, che pur facendo un lavoro di privilegi e stipendi dorati ne è un tantinello seccata, che si rivolge in italiano a passeggeri palesemente stranieri, che parla l'inglese (leggendo sul cartoncino) come Totò.
Dovrebbero fare a tutti un training da Gucci, dove tutti parlano tutte le lingue, tutti ti sorridono amabili e se compri un berretto di lana da 100 euro ti intrattengono deliziosi in tre. Non credo che i commessi di Gucci si arricchiscano col loro lavoro, ma di sicuro shampiste lì non ne assumono.
Air France, volo successivo del mio pellegrinaggio: hostess deliziose, cibo delizioso, sushi fresco con lenticchie. Immaginatevi Alitalia, a servire pesce crudo: un'apocalisse di salmonella.
Aereo in orario perfetto, inglese e francese impeccabili.
Io lavoro in un posto dove, appunto, si vola come e quanto e dove l'azienda richiede, dove anche i centralinisti rendono conto di come si comportano, dove, se non parli un inglese decente, non ti assumono, dove sviluppare i propri talenti è considerato il minimo indispensabile per poter restare. La moltitudine di noi non si arricchisce di certo, fa ore di mezzi pubblici ma alle 9 è lì, e se fa straordinari non gli vengono comunque pagati.
Venerdì vado a Roma, con AirOne.

venerdì 5 settembre 2008

Si sta come d'autunno

Fa ancora un caldo bestia, ma Rumiz è tornato a casa passando da Istambul, e Giuseppe Cruciani è tornato ad ansimare stizzito dalle telefonate degli ascoltatori nei microfoni di Radio24 alle 8 di sera, mentre Ferruccio de Bortoli alle 7 e 30 del mattino fa la rassegna stampa e si scusa con gli stessi per averli messi in attesa, con la sua impeccabile erre appena arrotata, Lorenzo Jovanotti si sposa questo sabato a Cortona, del Liga abbiamo già detto. Avercene, di punti fermi come questi.
Io invece non so cosa mettermi, che precarietà, fortuna che mi piace TUTTA la collezione autunno inverno di Details.

mercoledì 3 settembre 2008

Pericoli

Pericolo, 1
Settembre, andiamo, è tempo di ricominciare col brainstorming, santa pace.

Per un piccolo saggio del genere, vi rimando a un post di luglio, Lancia il mobile, il genere è quello, demenzial-surreale, il che mi spinge a una assennata riflessione: o facciamo quel genere di lavoro fichissimo, qualunque esso sia, che suona circa "mi pagano per pensare/dire/ fare/leggere delle grandissime minchiate", oppure ho ragione io, che giro per l'agenzia con aria tragica, tipo la Duse aggrappata alle tende, (aiutata, lo ammetto, dal mio nuovo eyeliner nero Chanel da 19 euros), dicendo che voglio andare a fare l'infermiera in Afghanistan per Emergency e che basta con sta roba. Va bene, come infermiera non mi prendono, ma magari la logistica.

Allora, a furia di sentire scemenze e frasi tombali (nel senso di "da seppellire") durante queste estenuanti riunioni (stare riuniti è ancestrale, rassicura, si socializza, si cazzeggia, si mangia, si ha pure la sensazione di lavorare), ho inaugurato la lavagna.

Forse non vi ho ancora comunicato che sono da tempo ormai la fortunata occupante dell'ufficio più figo dell'agenzia, quello nel sottotetto, ribattezzato da me "la mansardina" in un momento di leziosità senza remissione. Ora immaginatevi la vostra wonnie soave nell'ultimo ufficio in fondo al corridoio dell'openspace, in un'area dove non si capita per caso nè si passa, ci devi venire solo se hai un motivo preciso e dettagliato da sfoderare, le visite esterne debitamente annunciate e inesorabilmente bloccate dalla receptionist che è amichetta della wonnie medesima e angelica veglia, il beneamato Crotalo nell'ufficio accanto che quando è di genio viene in visita a mettere ordine da me per rilassarsi (cioè mi butta via le cose, inutile dirlo), due scrivanie al posto di una in quanto secondo quelli della logistica "sei troppo disordinata, mettiamone due che è meglio". Vabbè, mi hanno portato via un armadio e una lampada nottetempo "perchè gli servivano", ma che vuoi fare, è una guerra.

La lavagna magnetica (di recupero, rubata a qualcun altro, suppongo) dopo due giorni era già leopardata di appunti e puntine che tengono su fogli che se no si perdono inghiottiti dal casino o dal Crotalo nella sua versione "piccolo archivista", ma da ieri ci troneggia scritto sopra il seguente concetto epocale partorito nell'ultima riunione sulle note pastiglie di cioccolato:

"Un m&ms da solo è pericoloso."

Pericolo, 2
Dopo una notte e una mattinata tribolate assai, Milano è tappezzata dalla copertina di Vanity Fair, questa: echeccavolo, mentre una ragazza è impegnata nella guida della sua autovettura, è pericoloso.