venerdì 16 luglio 2010

Calore

Vien da dire: Anto', fa caldo.

Vorrei scrivere, ma è tempo da manicure rosso fuoco, da weekend in Dolomiti in cerca di frescura per festeggiare l'amato UCP, è tempo di affittare una casa grande su un'isola greca.

Le orme di Bruno Schulz si incrociano coi passi di David Grossman e di Gad Lerner, l'uno sparito nel ghetto di Drohobyč nel '42, gli ultimi due alla ricerca di radici ebraiche scomparse anch'esse nei forni crematori dalle parti di Lemberg, Galizia Occidentale.

Lerner scrive della Galizia, della Palestina, di Beirut sotto le bombe nell'estate 2006.

Nell'estate del 2006 anche io me lo ricordavo, che Beirut era sotto i bombardamenti israeliani, perchè ero a Istambul, affollata di turisti provenienti dal Golfo Persico.

Qualcuno mi spiegò che da Jeddah e Riad si usa andare al mare au Liban, ma le bombe quell'anno impedivano, e le spiagge turche sembravano credo una buona alternativa.

Percorrevo sola la città, in una sottoveste sottile di percalle rosa, i capelli raccolti per il gran caldo, le ciabattine. Istambul era mia, e le appartenevo, lì e allora.

La città era calda e ariosa, e io seguivo dal terrazzo di Sultanhamet con lo sguardo i cargo che passavano senza sosta sullo stretto, i gabbiani sulle cupole la sera, il bazar dei tappeti lì accanto.
Lo scialle e il te alla menta, e un libro.
Lo shopping a Taksim, la cena al 360° con tutto ai piedi o da Sabahattin, la piscina del Ciragan Palace dalla quale sembra di essere immersi nel Bosforo, e i mosaici d'oro di San Salvatore in Chora.
I traghettini per l'Asia, e il pesce fritto sulla riva.

Le donne arabe completamente vestite di nero nei saloni afosi e kitch di Dolmabahce, sullo scalone di cristallo, e le loro unghie perfette laccate di rosso fuoco, i cerchi d'oro pesante ai polsi, i tacchi a stiletto a corrompere occhi di maschi e di femmine.

Non ricordo se mai, prima, avevo avuto come in quei giorni la totale, assoluta certezza che - qualunque cosa fosse accaduta al mio mondo - avrei sempre avuto me stessa, e quello stato di grazia, e quei ricordi.

Ha scritto Marguerite Yourcenar: "Forse saremo sollevati da certi ricordi, che ci sosterranno come angeli".

Credits
Devo questo post a
Bruno Schulz, Le botteghe color cannella, Einaudi
Gad Lerner, Scintille. Una storia di anime vagabonde, Feltrinelli
David Grossman, Vedi alla voce: amore, Mondadori
E ancora, al 360°. (Per arrivarci dovrete trovare l'ingresso buio di un palazzo dalle parti di Taksim, salire all'ultimo piano con un'ascensore instabile, passare attraverso un metal detector palesemente in disuso da anni, fare un'altra rampa di scale. E, oh meraviglia.)
Al Sabahattin: per una cena sotto il pergolato di vite molto tempo dopo quell'estate.
Alla terrazza, che se non vi spiace tengo per me sola, e all'amata Marguerite Yourcenar.

Amerete per sempre tutti i cargo e tutti i mari se leggerete L'ultimo scalo del Tramp Steamer di Alvaro Mutis, Einaudi o Adelphi.
La Femme à l'éventail (Frau mit Facher) di Gustav Klimt, dipinta tra il 1917 e il 1918 in olio su tela, appartiene una collezione privata viennese.