lunedì 23 marzo 2009

Nessuna notizia

No man is an island, entire of itself;
every man is a piece of the continent, a part of the main.
If a clod be washed away by the sea,
Europe is the less,
as well as if a promontory were,
as well as if a manor of thy friends
or of thine own were.
Any man's death diminishes me,
because I am involved in mankind.
And therefore never send to know for whom the bell tolls: it tolls for thee.

Non ho niente da scrivere - questa è la verità.
Comunque, niente di vagamente paragonabile a John Donne qui sopra.


Avviene che c'è un momento, forse, in cui una persona quasi miracolosamente si compie.
Prima forse aspetta, scava, guadagna terreno per anni, metro a metro, senza sapere realmente cosa accidenti stia facendo.
E corre, rischia la notte e la solitudine e occhi e aerei e treni che scappano via. Corre sempre, vede, pensa a restare viva, a volte oltre il ragionevole.
Infine, senza un luogo e un senso e un movimento precisi, il deserto che era fuori e dentro, allora in un istante fiorisce.

Così, dove non si sapeva di andare, si è; e dove non si sapeva di avere talento, si sa di averlo, come di avere due mani; e anche gli altri, dove non vedevano, sanno; e si è un luogo, finalmente; e posti e persone cui non si sapeva di appartenere, diventano all'improvviso casa; e in stanze buie e fredde dove non si contava più di entrare, si aprono le finestre per le pulizie di primavera; e si intuisce di non essere lì da soli, e di desiderare proprio quella compagnia.

La chèvre c'est moi.
Le lacrime, e i passi e le ombre, miei.
Ma il violino, en fin, è il mio.

giovedì 12 marzo 2009

Uno spirito artistico

Non ci crederete mai, miei piccoli lettori, ma qui sono scattate le pulizie di primavera.

A partire da casa, ovviamente, e vi doveste domandare quando mai ciò accada, la risposta può essere una sola: le faccio di notte.

Escluso durante la settimana, che in generale non sono a casa, esclusi i weekend che ho decisamente di meglio da fare, lo capite da voi che non restava altra soluzione.

Ho persino messo in ordine il mio ufficio, subito dopo che in uno sguardo alla scrivania mi sono vergognata del casino.
Non per altro, dovessero per caso passare il Rude o - peggio - M. che è un precisino.

E guardate che ho trovato, liberando la scrivania da circa sei strati di progetti di varie epoche, morti semimorti ongoing, riviste trade, vecchi numeri di Vanity Fair, ritagli e strappi.

Per vivere a lungo in due bisogna avere uno spirito artistico e non cedere a quella concezione così diffusa che intende la libertà come revocabilità di tutte le scelte, perchè là dove un amico, un amante, una moglie, un marito, al pari degli oggetti, diventano intercambiabili appena l'insorgere di una passione li trascina verso altri lidi, là dove la decisione non comporta effetti irrevocabili, non muta il corso delle cose, non produce eventi che possono essere anche irreversibili, non si costruisce alcuna biografia, non si scopre nulla di sè e tanto meno dell'altro, ma soprattutto si scambia la libertà di scelta con una vera e propria astensione dalla scelta.

Questo sopra e sotto è Umberto Galimberti su passione e fedeltà.

(...) questo genere di amore non si alimenta in quell'evasione dal mondo tipico della passione, ma assume un impegno nel mondo, non per una decisione di fedeltà, che di per sè non è un valore, ma perchè non c'è creazione che non insista sull'opera, come ogni artista sa quando nell'opera che sta creando vede il riflesso e l'espressione di sè.

Medito, medito.

venerdì 6 marzo 2009

Il mio letto è una nave

E' così deliziosa questa traduzione italiana di Roberto Mussapi che ve la posto qui al posto dell'originale (inglese).

Mi è tornata in mente perchè - per dire e non dire con quell'anima santa di Marcel Proust - longtemps, je me suis couché de bonne heure.
Vien facile che o uno si mette a letto e scrive (2000 pagine), o l'unica cosa da fare è salpare.

E' Stevenson - che era un tipo mezzo scozzese e mezzo francese, con una moglie americana e amante dei viaggi, nato a Edimburgo e morto a Samoa (appunto), a 44 anni, nel 1894. Era, come si nota, cagionevole.
No Robert Louis, no Isola (del tesoro), nè Dottor Jeckyll, né Master of Ballantrae.
E nemmeno questa.

Il mio letto è come un veliero:
Cummy alla sera mi aiuta a imbarcare,
mi veste con panni da nocchiero
e poi nel buio mi vede salpare.

Di notte navigo e intanto saluto
tutti gli amici che attendono al molo,
poi chiudo gli occhi e tutto è perduto
non vedo e sento più, navigo solo.

E a volte mi porto a letto qualcosa,
come ogni buon marinaio deve fare,
a volte una fetta di torta cremosa,
a volte balocchi per giocare.

Navigo tutta la notte come in volo,
ma quando infine il giorno è ritornato
salvo nella mia stanza, accanto al molo
il mio veliero è di nuovo attraccato.

Doveste domandarvelo, non navighiamo sole, la capra ed io.