giovedì 30 settembre 2010

Shortlist

alla Capa Ginevra, a M. (per tacer del Crotalo)
all'UCP

Così, mentre ieri sera bloggavo e piangevo, piangevo e bloggavo - ma questa è un'altra storia -nella mia stanza dell'hotel Titanic, il gala dinner andava avanti serenamente senza di me, e pure la distribuzione dei premi.
Il network distribuiva i premi per i migliori progetti realizzati in Europa negli ultimi 12 mesi.
L'agenzia dell'anno, il migliore progetto di marketing, la migliore campagna e così via: insomma le cose che fanno parte del nostro lavoro.

Non ci sarebbe ragione di parlarne, se non fosse che per il miglior progetto di sponsorizzazione eravamo in shortlist solamente l'Olanda ed io.
Non vedrò mai quel "Italy" sul grande schermo, e hanno vinto loro, gli olandesi: ma nei miei sogni c'era esattamente quella shortlist, amici della capra.
Non volevo niente altro da Budapest, e ho avuto tutto: il mio progetto, la mia shortlist.
Una vocina canta bravabravabrava, dev'essere la capra da qualche parte.

mercoledì 29 settembre 2010

Ragazze all'Est


La città è, come si dice, adagiata sulle rive del Danubio.
La lingua incomprensibile, le scritte rendono totalmente analfabeti, i negozi sono comprensibilmente dimessi, ché siamo all'Est.

L'albergo è quel genere di posto dove già alle 9 del mattino un pianista in smoking suona una versione sommessa di Moon River o La vie en rose ad un pianoforte a tutta coda, facendoti pensare che da qualche parte ti manca qualcosa e dall'altra che sicuramente andrà tutto bene - qualunque cosa sia - perchè le cristallerie sono al loro bravo posto, le posate d'argento tintinnano sulle porcellane e le orchidee stanno ordinate nei loro bravi vasi.

Potremmo tranquillamente essere sul Titanic.
Il terzo giorno, ti ritrovi a pensare che vorresti sfasciare il pianoforte e prendere a mazzate il pianista, e passare poi in sala da pranzo.

La Capa Ginevra ha sfoderato un mini laptop Toshiba rosa in stile Hello Kitty e da quello è tre giorni che non schioda, mentre il network sfodera il suo best of, innovazione come se piovesse e relative principesche revenue da cose che da noi i clienti quando appena glie ne parli, ti guardano con lo sguardo vitreo.

I nostri pensano, in generale, che Internet è nuovo, e che di Google e Facebook non c'è da fidarsi - tipo Grande Fratello orwelliano.
Loro, nel network, hanno sempre plotoni di gente a fare qualsiasi cosa; noi, sempre in 4 o 5 in stile Don Chisciotte, nemmeno una sparuta stagista a fare un fax, una scansione, per dire.

Alla fine, io piango per la frustrazione, la Capa Ginevra dice ma-no-tesoro-non-prenderla-così-ce-la-faremo.
Lì su due piedi, non entra in sciocchi dettagli circa il come.

E tuttavia, è un'emozione grande essere qui, e piango anche per questo.
Per tutto il tempo in cui questo meeting l'ho organizzato io e ho ascoltato e imparato dall'ultima fila, per il Crotalo che mi ha insegnato ad arrivare fin qui, per la capra da qualche parte nella notte di Budapest illuminata dalle luci che si specchiano nel fiume.

Domani si torna a casa, passando per la mostra sulla Secessione Viennese, e da Jajcica.


Credits
Jajcica è al 94 di Dohany Utca, Budapest.
Nonostante l'innegabile fatto che la vostra wonnie, miei piccoli lettori, è totalmente restìa a pubblicare i fatti suoi e gli indirizzi del cuore, Jajcica è un fantastico, magico, supercool negozio di vintage, vero vintage anni '70, talmente adorabile che merita lunga vita, e molti clienti.

martedì 21 settembre 2010

Via, via

Adesso non dite che trascuro la capra, miei piccoli lettori.
Via, via.
L'estate è finita, e ci siamo di nuovo, che le cose stanno andando così di fretta, tra i progetti e le riunioni e la Social Media Week e la Fashion Week e l'aereo da prendere e i compiti di inglese e tutto il resto che non sono affari vostri.
Via, via.
Dall'estate, sappiamo che: Silvio in generale nella vita si separa, dopo Veronica pure Leonardo l'allenatore e adesso anche Fini.
Di Fini sappiamo che: dopo sedici anni era stufo - e come biasimarlo, ma diciamolo, meglio tardi che mai; e anche che non aveva proprio idea di dove abitasse suo cognato.
Il che lo ammetterete è bizzarro, visto che mio fratello che deve fare il rogito mi chiama tre volte al dì.
Sappiamo anche che Uolter, stanco dell'Africa e tornato da Manhattan, ci scrive: qualcuno gli dica che non abbiamo sentito tanto la sua mancanza, no no.
Che il PD sta pateticamente cercando un fantomatico Obama bianco, ovvero assai più modestamente un cristiano che abbia la vaghissima speranza di non far incazzare ulteriormente gli elettori di sinistra e regga appena decorosamente le bordate della destra maimorta.
E trova le facce di formaggino di Serracchiani, che è vecchia dentro, di Chiamparino, che invece è un ex giovane, di Renzi che tuona da Firenze, ma ovviamente senza costrutto, e di Scalfarotto che per dare un segnale forte rilascia interviste sui gay.
Ah, e Sofri (Luca), che invece si sente Arianna Huffington, amen: pensare che io a lui vorrei solamente domandare come se la passa Adriano, per il resto lo lascerei serenamente al suo ipod.
Il Paese corre verso nuove future elezioni (ma mettetevi comodi e non trattenete il respiro: abbiamo un inverno di Portaporte e Ballarò, prima).
Io, da parte mia, corro più modestamente al checkin.