giovedì 10 gennaio 2013

La morte (non esiste più)

Parlami d'amore nonostante la stagione che verrà.
 
 

Credit
La morte (non esiste più) è il singolo tratto dal nuovo lavoro dei Baustelle, in uscita alla fine di questo mese.

mercoledì 9 gennaio 2013

Le ragioni del cuore

Stanotte ho sognato C.
Aveva i suoi ricci e il suo sguardo, solo con delle piccole rughe in più intorno agli occhi, e sorrideva proprio da C.

Ero partita facendo le cose a modo mio, lasciandomi alle spalle una relazione. Con determinazione feroce e silente, ero partita, senza darmi la pena di avvisare.
Avevo, semplicemente, preso una decisione, e un aereo. Punto.

Ora, se vi siete mai trovati su un vecchio legno maldiviano nell'oceano Indiano, sapete cosa intendo. (Se no, davvero dovreste proprio.)
 
Sembrava impensabile vestirsi, o mettersi le scarpe. C'erano questi tramonti indiani eterni e struggenti, ore e ore di snorkeling tra i pesci e i coralli, e la pesca notturna, e stellate pazzesche.

Io non parlavo quasi mai. Leggevo, nuotavo, guardavo il tramonto per ore. L'inverno appena passato aveva morso, e non c'era niente, proprio niente che volessi dire o raccontare.

Avevo lo sguardo di C. intorno. Saturava l'aria calda, andava oltre e tornava.
Opponevo ostinati silenzi alle sue parole, evitavo la vicinanza, occhi e sorrisi, le sue mani, tutto, e senza appello. Un solo istante era bastato per sapere insieme che ero perduta e che non s'aveva da fare.
 
Tentava cose: tipo portarmi cose da mangiare o il suo rum da bere, farmi vedere le sue collanine, i suoi alluci, o insegnarmi lo snorkeling.
Lasciai che mi aggiustasse la maschera, che mi insegnasse a respirare.
Nuotavo via, lontana da lui.

Mi raccontava che stava per partire per l'Africa, che non aveva motivi abbastanza buoni per restare. Dopo averlo detto, aspettava in silenzio.
Prendeva gli acquazzoni tropicali sul ponte della barca, sedendosi accanto a me finché non eravamo entrambi zuppi di pioggia.
Distoglievo per la centesima volta lo sguardo, tacevo e lo allontanavo con la mente.

Naturalmente, C. dormiva sul ponte. Io nella mia cabina, dove mi sembrava di respirare.
Mi bruciava dentro, e avevo paura che si vedesse.
 
Ci lasciammo a Male con gli occhi incatenati, sulla banchina del porto, e dopo stetti male per tutto il volo. Quella violenza di lasciarlo senza una parola, stracciando in aeroporto il numero di telefono che mi aveva messo in mano in fretta, mi stordiva.
Mi ripetevo come un mantra la frase di Marco Aurelio: accogliere con grazia, lasciare con facilità.
 
E poi: l'amore a prima vista non esiste, e non è successo niente, e non era proprio possibile. Anche, per dire, il genere non-sto-cercando-guai, e forse mi ero pure immaginata tutto.

C. rientrò in Italia una settimana dopo di me. Il giorno successivo mi scrisse una mail.

 
Credit
Meraviglioso amore mio, Arisa, 2012

sabato 5 gennaio 2013

Silver linings



E' stato un anno difficile e strano, quello che viene ve lo dico tra dodici mesi com'era, al momento ho sospeso le previsioni.

La capra è silente, il blog langue pertanto non aspettatevi granché, per un po'.

Devo ringraziare un sacco di gente: una certa quantità di persone che passa il tempo a curare altre persone in un posto che somiglia molto ad un aeroporto, e mio fratello che più fratello di così non si poteva proprio, e quelli che hanno aspettato fuori, che mi hanno tenuto la mano, che mi hanno fatta ridere, e persino uno così pazzo da propormi un nuovo, bellissimo lavoro nel bel mezzo di questo gran casino.

C'è un proverbio inglese che recita: every cloud has a silver lining. Un bordo d'argento.
Io non lo so. Forse.

Quanto a me, anch'io sono qui per l'amore. Sono seduta, aspetto.
Buon anno, amici della capra.

Credit
Questa è la versione live di Sono qui per l'amore di Ligabue, ripresa dal concerto all'Arena di Verona, 2008. Il brano fa parte del lavoro Nome e cognome, 2005. L'integrale del concerto è pubblicata in Sette notti in arena, 2009.