martedì 12 novembre 2013

Imperdonabile

 We met for a reason, either you're a blessing or a lesson.

Sulle perdonanze, in questi giorni, ne ho da vendere. Perdonare, perdonarsi, non perdonare affatto, fare una perdonanza generale, essere perdonati. Amnistia, eucaristia, indulto, remissione dei peccati, scomunica.
Google, per chi si sente fortunato, suggerisce Perdono di Tiziano Ferro.

(Vi perdono, ma inginocchiatevi, disse la vedova Rosaria Schifani nella cattedrale di Palermo, durante il funerale di Giovanni Falcone, di sua moglie, della scorta. Il cardinale Pappalardo, dal pulpito, disse dum Romae consulitur Sagunthum expugnatur, e infatti).

Imperdonabile, da un certo punto di vista, è stato abbandonare la capra al silenzio per mesi, ma come si sa: il cuore ha ragioni che la ragione non conosce, come scriveva Pascal.
Non vi cito Pascal in francese solo per non esagerare, ma ne sarei tentata assai.

La città è piccola, e piena di vecchi, e quei vecchi siamo noi.

Oggi è stato un giorno di benedizioni e lezioni, di quelli che chiamano a raccolta tutti quelli che conosci e che conoscevi come solo un funerale sa fare. Tutti, ma proprio tutti lì, a perdonarsi di esserci, di non esserci stati, o di non esserci stati abbastanza, e anche del fatto che non ci saremo, fino alla prossima volta.
C. dice che si aspettava di meglio dalla vita, di una fila di gente che si sgrana via e basta, e come biasimarla.


Ne esco imperdonabilmente viva, con porte chiuse alle spalle, lezioni imparate, benedizioni in corso.

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