giovedì 12 marzo 2009

Uno spirito artistico

Non ci crederete mai, miei piccoli lettori, ma qui sono scattate le pulizie di primavera.

A partire da casa, ovviamente, e vi doveste domandare quando mai ciò accada, la risposta può essere una sola: le faccio di notte.

Escluso durante la settimana, che in generale non sono a casa, esclusi i weekend che ho decisamente di meglio da fare, lo capite da voi che non restava altra soluzione.

Ho persino messo in ordine il mio ufficio, subito dopo che in uno sguardo alla scrivania mi sono vergognata del casino.
Non per altro, dovessero per caso passare il Rude o - peggio - M. che è un precisino.

E guardate che ho trovato, liberando la scrivania da circa sei strati di progetti di varie epoche, morti semimorti ongoing, riviste trade, vecchi numeri di Vanity Fair, ritagli e strappi.

Per vivere a lungo in due bisogna avere uno spirito artistico e non cedere a quella concezione così diffusa che intende la libertà come revocabilità di tutte le scelte, perchè là dove un amico, un amante, una moglie, un marito, al pari degli oggetti, diventano intercambiabili appena l'insorgere di una passione li trascina verso altri lidi, là dove la decisione non comporta effetti irrevocabili, non muta il corso delle cose, non produce eventi che possono essere anche irreversibili, non si costruisce alcuna biografia, non si scopre nulla di sè e tanto meno dell'altro, ma soprattutto si scambia la libertà di scelta con una vera e propria astensione dalla scelta.

Questo sopra e sotto è Umberto Galimberti su passione e fedeltà.

(...) questo genere di amore non si alimenta in quell'evasione dal mondo tipico della passione, ma assume un impegno nel mondo, non per una decisione di fedeltà, che di per sè non è un valore, ma perchè non c'è creazione che non insista sull'opera, come ogni artista sa quando nell'opera che sta creando vede il riflesso e l'espressione di sè.

Medito, medito.

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