venerdì 6 marzo 2009

Il mio letto è una nave

E' così deliziosa questa traduzione italiana di Roberto Mussapi che ve la posto qui al posto dell'originale (inglese).

Mi è tornata in mente perchè - per dire e non dire con quell'anima santa di Marcel Proust - longtemps, je me suis couché de bonne heure.
Vien facile che o uno si mette a letto e scrive (2000 pagine), o l'unica cosa da fare è salpare.

E' Stevenson - che era un tipo mezzo scozzese e mezzo francese, con una moglie americana e amante dei viaggi, nato a Edimburgo e morto a Samoa (appunto), a 44 anni, nel 1894. Era, come si nota, cagionevole.
No Robert Louis, no Isola (del tesoro), nè Dottor Jeckyll, né Master of Ballantrae.
E nemmeno questa.

Il mio letto è come un veliero:
Cummy alla sera mi aiuta a imbarcare,
mi veste con panni da nocchiero
e poi nel buio mi vede salpare.

Di notte navigo e intanto saluto
tutti gli amici che attendono al molo,
poi chiudo gli occhi e tutto è perduto
non vedo e sento più, navigo solo.

E a volte mi porto a letto qualcosa,
come ogni buon marinaio deve fare,
a volte una fetta di torta cremosa,
a volte balocchi per giocare.

Navigo tutta la notte come in volo,
ma quando infine il giorno è ritornato
salvo nella mia stanza, accanto al molo
il mio veliero è di nuovo attraccato.

Doveste domandarvelo, non navighiamo sole, la capra ed io.

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