domenica 21 giugno 2009

Lamùri

(Avendo una barca, non potrebbe chiamarsi altro che The golden goat.)

Nemmeno sotto tortura nominerò l'isola, ma posso fare la lista delle cose.

La nave, che è un bellissimo viaggio nel viaggio, e una camera con vista, e la terrazza a mare per cena, e i giorni di sole come solo giugno li fa da quelle parti, e il mare in amore al tramonto dal molo vecchio.
Stellate di una bellezza imbarazzante, e il buio nelle stradine, la notte.
Le cassatelle di ricotta del panificio, e le alici, le sarde e il tonno del pesciaiolo, che insieme al trancio rilascia la ricetta acconcia, e il maialino cotto al forno con le erbe di lì.
La pasta e la farina e il pane dal sapore più dolce del mondo.
Il pontile, e i libri, e mostri marini con cui lottare di tanto in tanto.
E Tata, che ha traslocato da Garlasco all'isola, undici anni fa, e da allora non si sogna nemmeno di tornare.
E i giornali, ma solo se ordinati per tempo a Chiara del caffé Tramontana, e solo se arriva l'aliscafo.
Gabbiani dappertutto, e sentieri in costa ripidi e profumati.

Guest star: il Lamùri del Conte Tasca, e l'amùri dell'uomo che pensa.

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