Amo Londra.
Nonostante mi senta come se fossi in lavatrice, nonostante io sogni in inglese, e sia oramai dislessica in italiano, e nonostante Chiswick e i replacement bus e dieci ore ogni giorno di modelli di business in quindici differenti accenti.
Se siete a Londra, e attraversate quel posto incantato che è Covent Garden, o se attraversate il fiume sul Millennium bridge, o ve la spassate la domenica a Southbank o a Shoreditch, siete in uno dei posti più cool del pianeta.
Piccoli favori, in ordine sparso:
Genelle, che è una donna fantastica, e una meravigliosa coach
tutta la classe: Dan, Ita, Lee, Vicky, Erika, Stavros, Alan, Micke, Swantjie, Luis, Andrew, Neslihan e gli altri
Harrods, le ribs e i mango daiquiri da Giraffe con la capa Ginevra
il London Eye e gli occhi dell'uomo che pensa
so, what happended? e mind the gap e closing the doors-goin'up e oh, James!
l'erba di Green Park in una domenica d'estate
Pipilotti Rist al Southbank Centre
Topshop, and so on
i Turner e i Gainsborough alla Tate Britain
Waterstone's
fish and chips (and beer) al mio amato Thomas Cubitt
la nostalgia dell'Italia al Terminal 2 di Heathrow
la bloody freezing meeting room
cambiare punto di vista
Questa esperienza è difficile, e challenging, e scomoda, e mi fa toccare i miei limiti: culturali, linguistici, umani.
giovedì 9 luglio 2009
No rules, just results
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