giovedì 9 luglio 2009

No rules, just results

Amo Londra.

Nonostante mi senta come se fossi in lavatrice, nonostante io sogni in inglese, e sia oramai dislessica in italiano, e nonostante Chiswick e i replacement bus e dieci ore ogni giorno di modelli di business in quindici differenti accenti.

Se siete a Londra, e attraversate quel posto incantato che è Covent Garden, o se attraversate il fiume sul Millennium bridge, o ve la spassate la domenica a Southbank o a Shoreditch, siete in uno dei posti più cool del pianeta.

Piccoli favori, in ordine sparso:

Genelle, che è una donna fantastica, e una meravigliosa coach

tutta la classe: Dan, Ita, Lee, Vicky, Erika, Stavros, Alan, Micke, Swantjie, Luis, Andrew, Neslihan e gli altri

Harrods, le ribs e i mango daiquiri da Giraffe con la capa Ginevra

il London Eye e gli occhi dell'uomo che pensa

so, what happended? e mind the gap e closing the doors-goin'up e oh, James!

l'erba di Green Park in una domenica d'estate

Pipilotti Rist al Southbank Centre

Topshop, and so on

i Turner e i Gainsborough alla Tate Britain

Waterstone's

fish and chips (and beer) al mio amato Thomas Cubitt

la nostalgia dell'Italia al Terminal 2 di Heathrow

la bloody freezing meeting room

cambiare punto di vista


Questa esperienza è difficile, e challenging, e scomoda, e mi fa toccare i miei limiti: culturali, linguistici, umani.

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