mercoledì 29 settembre 2010

Ragazze all'Est


La città è, come si dice, adagiata sulle rive del Danubio.
La lingua incomprensibile, le scritte rendono totalmente analfabeti, i negozi sono comprensibilmente dimessi, ché siamo all'Est.

L'albergo è quel genere di posto dove già alle 9 del mattino un pianista in smoking suona una versione sommessa di Moon River o La vie en rose ad un pianoforte a tutta coda, facendoti pensare che da qualche parte ti manca qualcosa e dall'altra che sicuramente andrà tutto bene - qualunque cosa sia - perchè le cristallerie sono al loro bravo posto, le posate d'argento tintinnano sulle porcellane e le orchidee stanno ordinate nei loro bravi vasi.

Potremmo tranquillamente essere sul Titanic.
Il terzo giorno, ti ritrovi a pensare che vorresti sfasciare il pianoforte e prendere a mazzate il pianista, e passare poi in sala da pranzo.

La Capa Ginevra ha sfoderato un mini laptop Toshiba rosa in stile Hello Kitty e da quello è tre giorni che non schioda, mentre il network sfodera il suo best of, innovazione come se piovesse e relative principesche revenue da cose che da noi i clienti quando appena glie ne parli, ti guardano con lo sguardo vitreo.

I nostri pensano, in generale, che Internet è nuovo, e che di Google e Facebook non c'è da fidarsi - tipo Grande Fratello orwelliano.
Loro, nel network, hanno sempre plotoni di gente a fare qualsiasi cosa; noi, sempre in 4 o 5 in stile Don Chisciotte, nemmeno una sparuta stagista a fare un fax, una scansione, per dire.

Alla fine, io piango per la frustrazione, la Capa Ginevra dice ma-no-tesoro-non-prenderla-così-ce-la-faremo.
Lì su due piedi, non entra in sciocchi dettagli circa il come.

E tuttavia, è un'emozione grande essere qui, e piango anche per questo.
Per tutto il tempo in cui questo meeting l'ho organizzato io e ho ascoltato e imparato dall'ultima fila, per il Crotalo che mi ha insegnato ad arrivare fin qui, per la capra da qualche parte nella notte di Budapest illuminata dalle luci che si specchiano nel fiume.

Domani si torna a casa, passando per la mostra sulla Secessione Viennese, e da Jajcica.


Credits
Jajcica è al 94 di Dohany Utca, Budapest.
Nonostante l'innegabile fatto che la vostra wonnie, miei piccoli lettori, è totalmente restìa a pubblicare i fatti suoi e gli indirizzi del cuore, Jajcica è un fantastico, magico, supercool negozio di vintage, vero vintage anni '70, talmente adorabile che merita lunga vita, e molti clienti.

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