martedì 10 giugno 2008

Beato te che viaggi per lavoro

Prendete una multinazionale, settore comunicazione.
Le ormai vostre (si fa per dire) 100 sedi al mondo imparerete subito, per brevità, a chiamarle "il network". Le (sicuramente) vostre 40 ore settimanali di lavoro diventeranno altrettanto sicuramente 50, ora più ora meno, a parte quando sarete all'estero, che è come lavorare sempre. Le discussioni sull'alleggerimento della tassazione degli straordinari tuttavia voi le guarderete con elegante distacco, in quanto il network non paga straordinari, punto.
E' opportuno che non siate cagionevoli di salute, in quanto ammalarsi di frequente non dà un bel segnale all'azienda, e in quel caso vi potete scordare sin d'ora la carriera. Quando, offrendovi una congrua sommetta di denaro (per voi), ma del tutto insignificante (per il network medesimo), vi licenzieranno con il vostro consenso, è possibile che l'ufficio risorse umane (HR) sia così generoso da farvi notare che, in fondo, essendo voi cagionevoli, vi stanno facendo un favore, offrendovi così l'opportunità di curarvi con comodo.
Ma ammettiamo che quella che nei primi giorni vi era sembrata una orrenda accozzaglia di residuati di Milano-da-bere vi sembri alla fine un pezzo di casa vostra.
Avete imparato a diffidare dei fusi orari, soprattutto quando vi siete domandati se a Jakarta ce l'hanno l'ora legale, e usate con disinvoltura certe espressioni tipo "facciamo una call", intendendo che ci si sente per telefono, ma ammucchiati, così ci si dà sulla voce e ci si dice un sacco di sorry. Ma siete i maghi del meeting planning, non essendo gentile tenere uno che sta a Mumbai sveglio in piena notte per fare la call, appunto, e aspettate con pazienza le 3 del pomeriggio in Europa, quando a NY arrivano in ufficio.
Vi siete abituati a ignorare con disinvoltura una serie infinita di accenti anglosassoni incomprensibili, vi domandate da dove accidenti arrivino ma ormai l'accento nasale di scozzesi e irlandesi per voi non ha misteri: continuate a domandarvi che cosa diavolo stiano mai dicendo, ma di sicuro vengono da lì. Non avete battuto ciglio ogni volta che i francesi, alla domanda: possiamo usare l'inglese come lingua di lavoro?, vi hanno risposto che preferiscono decisamente parlare in francese. Parbleu.
Avete lavorato circa come un giapponese, vi fate di fiori di Bach per sopportare tutto questo, prendete aerei come di solito si sale nella metro, e vi addormentate di schianto, all'andata perchè vi siete alzati alle 5, al ritorno perchè siete in tutta onestà uno straccio. Se siete una donna, sul volo delle 8 per Roma siete in compagnia di 200 maschi incravattati che non possono capacitarsi del fatto che non tenete in mano Novella 2000 ma il blackberry, e comunque invariabilmente vi fissano. Al ritorno vi fissano uguale, però sono più sudati.
Sapete cosa comprare in ogni singolo aereoporto, per esempio a Barcellona e Madrid farete spese da Mango, Zara o Massimo Dutti, che voi furbissimi conoscevate dalle vostre amichette spagnole del network ben prima che arrivassero da noi, a Parigi potrete svagarvi a malapena con uno straccio di profumo che il terminal 2F per l'Italia è una tristezza vera, mentre in quella gran figata di Heathrow c'è anche Jo Malone, ma ovviamente non nel vostro terminal.
Alla fine il vostro guardaroba sarà un'accozzaglia di robe strane comprate ovunque, e quindi vi scambieranno sistematicamente per inglese. Vi diranno anche che parlate francese con accento inglese (ma chi? ma dove?).
Avete imparato le regole sui liquidi nel bagaglio a mano a memoria, e lavorate a pieno ritmo mentre sopportate con pazienza ogni genere di ritardo, e anche mentre siete in auto, fermi in divieto di sosta, in un caldo infernale di luglio.
Avete anche intravisto il Colosseo dal taxi, una delle dieci volte in cui siete stati a Roma nelle ultime dieci settimane.
Avete pianto di nostalgia di casa in posti vari la notte, e letto i giornali italiani del giorno prima con vero godimento insieme a colazioni continentali di continenti diversi la mattina.
Amate davvero, ora, le voci nel telefono che aprono vocali e consonanti nella vostra lingua materna, codice segreto per expatriates.
Avete, alla fine, avuto il ruolo che pensavate di sognare, che però da vicino assomiglia più alla bicicletta, quella che adesso pedala. Qualcuno, dal network, vi fa sapere che è ora di mettere giù il business plan.

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