venerdì 25 dicembre 2009

25, mattina

Mattina di Natale.
E' quel magico perfetto momento in cui tutto è a posto, l'albero con gli addobbi di casa e le luci accese tocca il soffitto. Le lucine che si accendono e si spengono regolarmente fanno un cicalio appena udibile che per me è da sempre il rumore del Natale.
La lampada dell'avvento che non funzionava si è accesa per magia, i lumini da ieri ardono sugli scalini fuori dalla mia porta, per l'attesa, la pace, l'armonia.
I pacchetti nelle carte rosse coi babbi sono ai piedi dell'albero, il cappone ripieno è sfornato con la sua corona di mele annurche, scalogni e albicocche, il montblanc ritirato in pasticceria prima che la medesima chiudesse.
Tutti quelli che amo, e che non sono qui, hanno chiamato o mandato messaggi da lontano, la mamma è vicina e si preannuncia un pomeriggio di astronavi, gormiti e indovinachi.
Anche la musica è giusta, e sembra impossibile, adesso, avere momenti migliori, o peggiori di questo.

La capra suona Frosty the Snowman che sembra Ella Fitzgerald, e sorride.

Edit: poichè il cappone ripieno era strepitoso, e la ricetta è tutta mia, eccola qui.

Fatevi disossare un cappone in grazia di Dio dal macellaio.

Il mio, ve lo dico, è noto come "il gioielliere", per via dei prezzi, ed è pure fico. Ho sentito con le mie orecchie una signora sospirare, parlando con il fratello del suddetto, che lavora con lui dietro il bancone: "Grazie, aspetto lui, ma lei intanto può darmi delle alette di pollo". Così.
Lui, in persona personalmente, non solo mi ha convinta a trascurare una faraona a favore del cappone suddetto, ma ha pure disossato il pennuto, l'ha ripieno e ricucito.
Giuro che volevo ripienarlo io, ma non ce l'ho fatta a contraddirlo.
Inutile dire che il ripieno era perfetto.

Voi fate un ripieno solito da cappone, con il vitello, la salsiccia, il pane ammollato nel latte, le uova e i profumi che vi pare, e ricucite per bene.
(Datemi retta, mettete il timo e la salvia, il prezzemolo e la noce moscata, e lasciatelo piuttosto morbido.)

Mettetelo in una teglia da forno capiente, e massaggiatelo dappertutto per bene con una miscela di burro salato ammorbidito (il Lurpak, o del demi-salé francese andranno benissimo) e senape à l'ancienne, lavorati con le mani per la temperatura. Infornate per una ventina di minuti a 220°.

Tirate la creatura fuori dal forno, irroratela con il vin santo, e infornate di nuovo per circa tre quarti d'ora, però abbassando il forno a 160°. Potreste usare un bianco aromatico tipo Traminer, ma vi assicuro che il profumo che il vin santo dona alla cena di Natale è insostituibile.
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Ammollate nel cognac un bel po' di albicocche secche ma morbide, e lasciatele lì mentre lavate e tagliate a fette di circa 1 cm di spessore le mele annurche. Certo, potreste usare renette o fuji, ma le annurche sono speciali, e fanno Natale, quindi non mi rovinate il piatto per un dettaglio.

Pelate e tagliate a metà degli scalogni, sapendo che quelli francesi sono indiscutibilmente i migliori al mondo.

Spremete il succo di mezza arancia per evitare che le mele anneriscano, aggiungete le albicocche e riservate il cognac, aggiungendone un dito.
Una bottiglia di Martell costa un po', ma vi assicurerà di sicuro anche altre piccole gioie durante le vacanze.

Togliete il cappone dal forno e contornatelo di mele, albicocche e scalogni, irrorandolo coi liquidi di arancia e cognac, e con del burro senapato se vi è avanzato. Infornate di nuovo per una mezz'ora, alzando la temperatura a 180°.

(Idealmente, un'aggiunta di castagne lessate insieme a mele e albicocche sarebbe la morte sua.
Io non le ho messe perchè non le ho trovate né surgelate né già lessate, e di mettermi a pelare castagne la vigilia non se ne parla, che ve lo dico a fare. Ma completano il piatto, e bilanciano il sapido del ripieno e il dolce della frutta.)

Potete cucinarlo anche il giorno prima, e riscaldarlo nel forno a 150° per 10 minuti, ma ben coperto da un foglio di carta di alluminio.

Si beve: Moet&Chandon, se no che Natale è.

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