giovedì 13 gennaio 2011

Wish list

Seamos realistas y hagamos lo imposible.
Ernesto Che Guevara

Quella gran culo di Cenerentola.
Kit De Luca


Ci sono sere - notti, oramai - in cui i sogni non fanno male, fanno - guidando nella nebbia con Taylor Swift che canta fearless, fearless - un bellissimo effetto cinema.

Tutto è possibile: e per una volta ogni cento anni, le cose accadono proprio come le pensavi e le speravi, esattamente quando e come le hai desiderate.
Puoi metterci che nevica e fuori c'è il Lower East Side, o Parigi, o via Conservatorio, oppure anzi no, che è una sera tiepida di giugno.
Puoi metterci il telefono che squilla proprio mentre lo guardi e pensi che dovrebbe,
dovrebbe proprio squillare, o un aeroporto che - quando le porte si aprono ed esci dal gate e appena con un movimento degli occhi ti guardi intorno - c'è esattamente chi avrebbe dovuto esserci, nel punto in cui l'avevi desiderato tanto, e con la faccia giusta che dovrebbe avere qualcuno che è lì per te.
Puoi metterci dei fiori, peonie o lysianthus o mughetti in gennaio o rose di giardino - le tue preferite.
E l'aria che profuma di caldo, di salmastro, o di camino.
Una fes
ta in cortile, o gli invitati al Four Seasons e un abito di Vera Wang.
Puoi metterci i libri che ami in una pila vicino alla finestra, e quelli che vorresti che qualcuno ti regalasse perchè desidera che anche tu li legga, avvolti in carta dorata e nastro di velluto.
Puoi appendere al muro di fronte al tuo letto un piccolo olio su tela, diciamo 30x30, firmato da Pablo Picasso, periodo rosa.
Puoi aggiustare le cose che si erano rotte, riavere la gonna di lino giallo e il caftano di seta bianca coi cristalli perduti viaggiando, e telefonare a tutti quelli che hai lasciato da qualche parte, perchè stanno
giusto aspettando accanto al telefono che tu li chiami.
Puoi leggere l'incipit di Cent
'anni di solitudine, ma di nuovo per la prima volta, e sentire di nuovo ma per la prima volta il frullo che fa nel cuore Macondo quando molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendia si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio.
Puoi metterci alla fine, che è poi solo l'inizio, il momento in cui hai sentito per la prima volta la capra suonare il violino, e l'esatto preciso momento in cui per la prima volta hai visto l'uomo che ami e annusato il suo odore caldo.

Dicono che sarà un anno bello, amici della capra.

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