martedì 25 gennaio 2011

Semantica

Oh, questo post sarà un po' complicato, perchè ho in mente un concettone filosofico ma non so se ve lo so spiegare. Però ho un esempio calzante che forse aiuta.

Dunque il domandone è il seguente: come si fa quando non ci sono più significati semantici condivisi?
(Almeno, credo si tratti di semantica, ma vi illustro due-dicasi-due esempioni per sicurezza.)

Esempio 1 - se io scrivo A e penso che quello è A e penso che tutti quelli che stanno intorno a me pensano A pure loro, è semantica condivisa? Diciamo che lo è.
Ma cosa succede se invece la mia amica Maria passa e dice con noncuranza: ah, bella 'sta B?

Esempio 2 - se io vedo una puttana che fa un pompino a uno, penso puttana e pompino, anche non nell'ordine. Ma cosa succede se passa Maria e dice: ah, guarda, gli sta allacciando le scarpe?

Ora io sono sicura che A è A perchè si impara alle elementari e prima che arrivasse Maria mai nessuno aveva detto diversamente, e sono sicura che puttana e pompino, perchè ad esempio in una intercettazione telefonica la tipa ha detto "io faccio la puttana" e "gli ho fatto un pompino", quindi sulla semantica dovremmo esserci.
Ma come uscirne se invece Maria dice nono, erano i lacci delle scarpe e lei intendeva un'altra cosa.
Che succede se poi le Marie sono circa metà della popolazione?

Cioè: se un significato non è condiviso si è tutti muti? Resta qualcosa di dicibile? E se sì, cosa?
Non è forse su questo, sul senso semantico condiviso, che si decide la convivenza civile?

Non so voi, ma noi della capra non ci dormiamo, di questi tempi.

Edit: Gabriele Romagnoli ha scritto questo, che in parte risponde alle domandone, e in ogni caso spiega come Maria ultimamente non si senta troppo bene, a ben guardare.

Nessun commento: