giovedì 15 maggio 2008

Giovanotti di buone scritture

Lella Costa, su uno dei recenti numeri di A - tutta cultura, lo so, ogni volta mi domando chi ha deciso che la lunghezza massima di un articolo è 12 righe, pensano che le testoline delle lettrici si stanchino? che non ce la facciano a seguire? che mezza pagina bianca sia una figata? e mi domando anche: ma Lella Costa (e Marco Travaglio, e Sandro Veronesi) che scrivono lì sopra, non li mandano mai a c*****e? Non gli dicono mai: eeeeh scuuusa, ho scritto 15 righe 'sta settimana, avevo un pensiero lungo? - dicevo che Lella Costa ha recensito due libri, quello di Valeria Parrella, "Lo spazio bianco", Einaudi e quello di Flavio Soriga "Sardinia Blues", Bompiani.

Ho lasciato da parte per un attimo il mio Grande Progetto Culturale "Colma il tuo Buco Nero", cioè a dire la lettura di tutti i classici e i "veri" libri che per pura crassa ignoranza e ignavia ancora non ho letto, e li ho comprati.

Ora, per ragioni del tutto personali della Sardegna magari parliamo un'altra volta con calma eh.

Il libro della Parrella invece non è epocale, si legge in un'ora (ma che diavolo, scrivete una storia di grande respiro, non sempre raccontini striminziti e temini, esercitatevi nei dialoghi, nelle voci, nell'intreccio, santa pace, ricopiate a mano Il Gattopardo 12 volte) non è che uno si strappa i capelli, è onesto, come è onesta la sua scrittura, asciutta e seria. Punto.

In questa stagione di solito mi viene voglia di leggere questi giovanotti e giovanotte italiani che (forse) si faranno, così ho preso anche l'altro libro della Parrella, "Per grazia ricevuta", minimum fax, e il libro nuovo di Matteo B. Bianchi "Generations of love", BCD, perchè ha scritto in passato un adorabile piccolo (eh...) libro, "Fermati tanto così", sempre BCD.

Invece l'anno scorso per caso in un aeroporto avevo preso "Mille anni che sto qui" di Mariolina Venezia, che ha vinto il Campiello e mi era piaciuto, è robusto e allegro come un Aglianico, e complesso per trama e scrittura comme il faut.
Se mi viene da dire che è carino, però, qualcosa non funziona.

Da ultimo, Luciana Littizzetto recensisce "Sorella" di Marco Lodoli.

Va bene, lo prendo, ma poi giuro basta, torno a Lord Jim.

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