lunedì 1 febbraio 2010

La casa dei doganieri

Mi è tornata in mente questa, che è stata a lungo una delle mie poesie preferite, in quegli anni un cui ero tormentata e semplice e giovane da far paura.
Non avevo allora alcuna idea né di rialzi a strapiombo né di libecci né di frangenti che ripullulano, ma non vi sfugga che mi era già assai chiaro il non sapere chi va e chi resta.
La lascio qui, dovessi mai aver voglia di scrivere le mie memorie (non prendetevi spavento, sento che il momento non è vicino).

Ah, vi lascio anche il quadro.


Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t'attende dalla sera
in cui v'entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.

Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all'avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.

Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s'addipana.

Ne tengo ancora un capo; ma s'allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell'oscurità.
Oh l'orizzonte in fuga, dove s'accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui? (Ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende...)
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.
Credits
La casa dei doganieri di Eugenio Montale fu pubblicata per la prima volta da Vallecchi a Firenze nel 1932, nella raccolta "La casa dei doganieri e altri versi", e definitivamente da Einaudi a Torino nel 1939 nella raccolta "Le occasioni".

Maison du douanier à Varengeville è un olio su tela 61x81.9cm dipinto da Claude Monet nel 1882, donato da Julia B. Engel (santa donna, chiunque ella sia) nel 1984 al Met, NYC.

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