domenica 14 settembre 2008

Un paio d'ali

Avete per caso viaggiato, di recente? Intendo dire, avete per caso perso un aereo, triangolato quindi girando la vecchia Europa per arrivare alla vostra destinazione finale? Lo so, sono un po' sadica, ma è proprio lì che voglio arrivare: avete preso Alitalia? Avete notato niente?
Beh, inutile dire che io sì, ho notato - quella che triangolava ero io, ovviamente (per via del network, per l'amena descrizione del quale vi rimando a un post precedente, Beato te che viaggi per lavoro). Vabbè, ve lo dico, ho perso l'aereo.
La mia amata E., unica risorsa se siete dispersi ovunque nel mondo e potete rivolgervi (per procurement del network) soltanto a una agenzia di veri pazzi -tranne lei, e che ormai ha salvato e riportato a casa me e il Crotalo da numerose parti del pianeta e in situazioni oltremodo speciose, ha, nell'ordine:
- consolato la mia crisi di nervi (con lacrime)
- proposto che andassi a Malpensa a prendere un'altro volo, e qui ho avuto un'altra crisi di nervi perchè ci avevo appena messo 1 ora per andare a Linate ed ero sfinita da settimane di lavoro a 1000 e faceva un caldo tremendo
- categoricamente escluso che io triangolassi via Roma, perchè Alitalia da ora in poi fa lo sciopero bianco e poi comunque non fa più volare gli aerei (si chiama grounding, che è tipo game over) e quindi a Roma sarei rimasta (per ore? giorni? per sempre?)
- trovato la soluzione. Ho triangolato via Parigi (ci credereste? a Parigi piove, minchia ma piove sempre)
Le macchinette per il checkin elettronico non funzionavano, e quando ne ho trovata una comunque non accettava il mio checkin, perciò ho fatto la fila da brava (quella della business, l'altra era apocalittica, e non è che sia il 3 di agosto eh) - da brava non tanto, vabbè.
Il primo volo era in cosharing Air France, ma la crew era italiana, e lì li ho guardati. Si sono raddrizzati di schiena, c'era uno steward che sono sicura un mese fa era alto dieci centimetri meno. Le shampiste solite di Alitalia, nemmeno l'ombra, non erano proprio le hostess di Singapore Airlines o di BA, ma insomma si potevano vedere. Sorridevano un po', e non avevano l'aria scocciata, e nemmeno un forte accento romanesco, non flirtavano con gli steward, non se la raccontavano nemmeno tra loro. Miracoli della minaccia di licenziamento.
Certo, quando un passeggero davanti a me, un tipo che poteva essere al Fayed padre, quello di Harrods (con l'ovvia considerazione che al Fayed padre non prenderebbe mai un volo Alitalia), ha chiesto la salviettina calda, la hostess lo ha apostrofato con un mirabile: "Io glie l'ho offerta prima, MA LEI DORMIVA", ricevendo uno sguardo imbarazzato (per lei) e che guardava nell'angolo in alto a destra.
Ora, uno sarebbe anche solidale, e anche un po' sindacale, se non avesse visto i voli di prima mattina da Linate o Malpensa perennemente in ritardo perchè le sciampiste devono arrivare da Roma e poi smistarsi, fare colazione, truccarsi, salire sugli aerei per dire con aria scocciata biscotti-o-salatini, e che il caffè non c'è "perchè non ce l'hanno imbarcato" (sic), se non avesse visto aerei scalcagnati anche sui voli intercontinentali dove BA e Lufthansa hanno ormai dei lettoni al posto delle poltroncine in cui ti rattrappisci per dieci ore di fila, e tariffe imbarazzanti (corporate LIN/FCO, concordata dal network, circa 600 euri, e ho detto seicento, in economy), se non avesse avuto a che fare con un call center di pazzi deliranti che se chiami 10 volte ti dicono 10 cose diverse sullo stesso soggetto, e se non avesse passato del tempo nelle loro biglietterie piene di imbucati che non sono in grado di fornire le regole tariffarie di un biglietto emesso da loro (provate a Cadorna, per credere). Se non avesse constatato che se cerchi un volo per Amsterdam, il sistema nel sito web di Alitalia ti propone 3 voli diretti in orari improbabili e 10 voli via Roma, cioè secondo loro da Milano vai a Roma e poi risali fino all'Olanda, il che forse funziona se ti sei preso un anno sabbatico, che non è il mio caso e nemmeno quello di un sacco di gente.
Ora, stanno a picchettare, ovviamente a Roma (starò diventando leghista?): riporta Repubblica che una hostess ha detto che se il suo stipendio viene decurtato a 1100 euro, piuttosto va a fare la commessa. Buona idea, c'è sempre la sciampista che pure è da prendere in considerazione, come lavoro. Dietro questa gente preme una schiera di giovani pseudoveline, che ci andranno sicuro, per 1000 euro, a far le hostess, visto che prima, per lo stesso stipendio, facevano le commesse precarie.
Io ne ho abbastanza di questa gente senza orgoglio, che pur facendo un lavoro di privilegi e stipendi dorati ne è un tantinello seccata, che si rivolge in italiano a passeggeri palesemente stranieri, che parla l'inglese (leggendo sul cartoncino) come Totò.
Dovrebbero fare a tutti un training da Gucci, dove tutti parlano tutte le lingue, tutti ti sorridono amabili e se compri un berretto di lana da 100 euro ti intrattengono deliziosi in tre. Non credo che i commessi di Gucci si arricchiscano col loro lavoro, ma di sicuro shampiste lì non ne assumono.
Air France, volo successivo del mio pellegrinaggio: hostess deliziose, cibo delizioso, sushi fresco con lenticchie. Immaginatevi Alitalia, a servire pesce crudo: un'apocalisse di salmonella.
Aereo in orario perfetto, inglese e francese impeccabili.
Io lavoro in un posto dove, appunto, si vola come e quanto e dove l'azienda richiede, dove anche i centralinisti rendono conto di come si comportano, dove, se non parli un inglese decente, non ti assumono, dove sviluppare i propri talenti è considerato il minimo indispensabile per poter restare. La moltitudine di noi non si arricchisce di certo, fa ore di mezzi pubblici ma alle 9 è lì, e se fa straordinari non gli vengono comunque pagati.
Venerdì vado a Roma, con AirOne.

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